Energy Box e una casa nella casa, una nuova abitazione, realizzata con una struttura in legno lamellare a strati incrociati, all’interno di quella già esistente in muratura risultata pericolante dai gravi dissesti subiti con il sisma. La conservazione della struttura originale e visibile con tracce di pietra nelle pareti sul primo livello. La nuova struttura in legno e studiata per ridurre al minimo la dipendenza energetica e abbattere i costi in bolletta. Sviluppata su un una superficie complessiva di 300 metri quadrati, l’Energy Box dispone di un soggiorno, tre camere, un bagno, una camera supplementare e un garage. Anche se la casa non e stata progettata per funzionare completamente off-grid, il suo fabbisogno energetico e le emissioni di anidride carbonica sono ridotti al minimo. Oltre alla struttura in legno lamellare, l’abitazione e realizzata utilizzando gesso, fibra di legno, acciaio bonificato e pietra locale.
Tipologia di intervento: Nuova abitazione realizzata con struttura in legno lamellare a strati incrociati, all’interno di quella già esistente in muratura, secondo i principi della casa passiva, con caratteristiche di efficienza energetica spinte.
Progettazione: Arch. Pierluigi Bonomo;
Caratteristiche di cantiere: prefabbricazione in legno;Specializzazioni richieste: maestranze competenti, montatori e impiantisti per l’efficienza energetica;
Stato di avanzamento del progetto: realizzazione 2012;
Caratteristiche di innovazione:Al fine di migliorare il rendimento energetico, l’edificio e realizzato secondo i principi della casa passiva. La facciata esposta a sud est incorpora un particolare sistema di solare termico, sul tetto e stato installato un sistema di recupero delle acque piovane, e all’interno la casa dispone di un impianto di ventilazione meccanica. Per le sue caratteristiche innovative questo progetto e risultato vincitore dei concorsi “Il sole dopo la Tempesta”, del Primo Premio nazionale d’architettura contemporanea “Ludovico degli Uberti” 2011 e progetto finalista del Premio Fondazione Renzo Piano 2013.
Fonte Art. Legambiente