La riqualificazione di interi edifici condominiali è stata fino ad oggi la grande assente degli interventi edilizi in Italia. Le ragioni fondamentali sono riconducibili a una maggiore complessità degli interventi – proprio perché si coinvolgono più soggetti proprietari -, ma anche nelle difficoltà di accesso alle detrazioni fiscali, in quanto occorre che tutti i soggetti coinvolti abbiano un reddito da detrarre. E’ inoltre da sottolineare un problema di procedure di intervento, assai complesse perché non previste da una normativa che risale agli anni settanta, proprio per gli interventi di retrofit energetico e riqualificazione antisismica. Eppure sono oltre 20 milioni le persone che in Italia vivono in edifici condominiali e in queste abitazioni molto spesso i consumi energetici sono più elevati della media italiana, in particolare se costruiti dopo gli anni cinquanta. Risulta dunque urgente creare delle condizioni di vantaggio per interventi che realizzino risultati certificabili in termini di riduzione dei consumi energetici e di adeguamento antisismico su edifici condominiali.
Per muovere la riqualificazione dei condomini occorre semplificare gli interventi e introdurre specifici incentivi. Il primo obiettivo è premiare gli interventi di riduzione dei consumi energetici che riguardano interi edifici, per offrire opportunità di risparmio a tutti gli appartamenti. Il secondo obiettivo è di rendere possibile, quando si realizzano retrofit di edifici, anche interventi che migliorino complessivamente la vivibilità degli spazi privati e comuni. Come si sta facendo da tempo nelle città europee, nel momento in cui si interviene su edifici pensati 40-50 anni fa, cogliendo l’occasione per intervenire non solo sulle strutture perimetrali per aumentare l’isolamento ma anche di ripensare gli spazi interni ed esterni (creazione di terrazzi, schermature solari, installazione di ascensori e corpi scala a norma di Legge, interventi di riqualificazione degli spazi liberi e di creazione di tetti verdi, consolidamento antisismico degli ediici, ecc.), purché si rispettino le distanze minime tra ediici previste dal codice civile e le altezze previste dai piani urbanistici.
Per realizzare questa prospettiva occorre da un intervento normativo che chiarisca e semplifichi questi interventi.